FuoriSalone 2022, Louis Vuitton Nomadic Objects |Elle Decor

2022-10-09 00:03:51 By : Ms. Sally Zhou

La Maison si arricchisce della firma di Frank Chou e di nuovi pezzi per l’outdoor.

In esposizione al Garage Traversi per il FuoriSalone 2022 si trovano gli Objets Nomades di Louis Vuitton. Per questa edizione, la Maison mette in atto una micro-guerriglia di interventi urbani, espandendosi a macchia d’olio sull’antistante piazza San Babila. Prima di scoprire la collezione vera e propria, ci si addentra un po’ di più nell’universo creativo che la anima. Come? In un’edicola antistante si possono acquistare le celeberrime travel guide delle città, ciascuna con la copertina monocromo, a definire un simpatico effetto di mattoncini color-block che completano la mappa di un giro del mondo ideale, e con loro ci sono anche i quaderni illustrati dagli artisti chiamati, di volta in volta, a raccontare per immagini quei dettagli che li hanno stimolati. Poco più avanti, un fioraio (trend del momento) regala un tocco di poesia e delicatezza, prima di iniziare il tour.

Ad accogliere è la poltrona Bulbo di Fernando e Humberto Campana, un oggetto familiare la cui mole composita e scultorea si tinge di una sfumatura avorio: elegantissima, sembra osservarci mentre la si supera, a destra o a sinistra, per scoprire le novità e ritrovare, ancora, come vecchi amici, altri classici.

Ecco i primi due, un divano e una poltrona per l’outdoor disegnati da Frank Chou. Le forme astratte e aerodinamiche del designer cinese, che sembrano plasmate dal vento, danno una nota contemporanea al compendio dei Nomades. “Ho guardato la natura e mi sono interrogato su come il tema dell’ombra, nella vegetazione, sia completamente diverso rispetto agli scenari urbani. L’ombra definisce, crea livelli di colore, nasconde o rivela”, racconta lui stesso che, dopo aver asciugato il tutto in un minimalismo magistrale, ha consegnato a Louis Vuitton quello che potrebbe essere il nuovo pezzo di punta della collezione.

Di questa fa parte anche il Talisman Table di India Mahdavi, sul cui piano innumerevoli fascette tagliate e disposte a mano disegnano una corolla, mentre la base circolare si chiude a libro; alle loro spalle il Mandala a vela di Zanellato/Bortotto nei toni del blu e del tortora.

Ancora nuovi e ancora per l’esterno sono i due tavoli di Atelier Biagetti. Il duo creativo li immagina circolari e fluidi: su un appoggio simile a un’onda cilindrica, che già di per sé è un piccolo capolavoro strutturale, siede un grande disco di vetro – sembra una lastra di ghiaccio che, filtrata dalla luce, la scompone come fa l’acqua tranquilla di un lago.

Dell’Atelier Oï, invece, è la Belt Lounge, che elabora in un modulo più grande il profilo già esplorato delle sedute. Giocosa, la sua linea a zig-zag spezza l’orizzonte domestico o di un giardino e fa quasi da controcanto all’aerea solidità del profilo trapezoidale della Belt Chair. Vicino a loro sono le lampade da terra in pelle lavorata, tesa e ritorta Spiral, esercizio di stile per i maestri pellettieri di Louis Vuitton, che toccano il massimo del virtuosismo negli intrecci “a farfalla” dell’amaca pieghevole. Il trio svizzero, infine, firma anche gli origami in cuoio che fanno capolino qua e là nei due piani di allestimento.

Proprio dal secondo, affacciandoci, notiamo una sorta di navicella spaziale, un altro, ideale, Objet Nomade ante litteram. È un modulo abitativo originale degli anni Settanta, figlio di quell’architettura che sognava il nostro presente come un mondo molto più facile, in movimento e, soprattutto, leggero. Fa anch’esso parte dell’installazione diffusa della Maison. Se lo si visita, oltre al fascino di quegli ideali mai del tutto realizzati, si vede come al suo interno si armonizzino perfettamente alcuni complementi del catalogo in edizione limitata. Spicca soprattutto il divano Bomboca dei fratelli Campana. Lo si conosceva in tonalità carioca, giallo e fucsia, da due posti, e qui lo si ritrova in verde smeraldo, con qualche cuscino in più, per far spazio a un terzo e, volendo, anche a un quarto ospite.

Ci sono anche i complementi di Patricia Urquiola, Barber & Osgerby, Damien Langlois-Meurinne, Raw Edges, Marcel Wanders, Tokujin Yoshioka, Nendo, André Fu e Andrew Kudless; conosciuti e riconosciuti gli uni vicino agli altri perché, dal 2012, hanno dato la voce del design d’interni di tutto il mondo al DNA di Louis Vuitton. Nomade è l’eclettismo che sa fermarsi e fare della propria sosta un momento di piacere.

dal 7 al 12 giugno Garage Traversi, via Bagutta 2